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  • : Blog di Sara Cespoli
  • : Luogo non luogo per lasciare impressioni, pensieri, emozioni.Per scambiare progetti, opinioni, sogni. Per immaginare quel mondo fantastico che ognuno si porta nel cuore.Talesa è un libro, ma anche un modo come un altro per farmi conoscere non solo come scrittrice, esordiente e ancora non conosciuta, ma anche come persona. Benvenuti a tutti quelli che passeranno di qui!!!
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TALESA E CIONDOLOSi parla di un viaggio

 

 

La mente di Talesa volava tra questi pensieri, e per un attimo la tavola davanti a sé era scomparsa. La paura era di nuovo dentro di lei, che tornava ad attanagliarla. Poi tornò il presente: il cibo che stava ingerendo, Galwin che la guardava compiaciuto del fatto che si fosse ripresa, le sue compagne che la osservavano un po’ smarrite un po’ ammaliate dalla sua presenza, e Mara… Mara che invece evitava di incontrare i suoi occhi bicolori. Sospettava qualcosa? Aveva capito? Capito cosa, poi? Nessuno poteva penetrare nella sua mente, nessuno poteva comprendere appieno, tranne lei stessa, l’effetto che l’acqua velenosa aveva avuto sul suo corpo. Ma non le piaceva affatto lo sguardo della sua educatrice. Qualcosa nel suo animo le diceva che Mara potesse aver paura di lei. La riteneva pericolosa.

D’un tratto, come richiamata da una forza trascinante e improvvisa, Mara alzò il viso verso la sua pupilla e la guardò: la ragazza non sembrava cambiata, il suo sguardo era sereno, eppure…

“Cosa c’è, Mara?”, sussurrò la ragazza, che le sedeva di fronte, “vuoi dirmi qualcosa?”

Mara fu colta alla sprovvista nuovamente, come quando aveva sollevato lo sguardo. Era come se qualcun altro stesse decidendo per lei ogni gesto ogni parola… e anche ogni pensiero.

Non dovresti aver paura di me, Mara.

“Niente d’importante, Talesa, sono felice che tu sia tornata tra di noi”, rispose Mara, con voce tremante.

Cosa mi sta succedendo? Non sono io che parlo, non sono io che la voglio guardare, io non voglio guardarla, è pericolosa, è diversa…

“Allora smettila di guardarmi così, mi metti in imbarazzo di fronte a tutti i presenti!”, esclamò Talesa, in un istantaneo gesto di stizza. Galwin le mise una mano sul braccio per calmare la tensione che si stava creando, e la ragazza si voltò verso di lui, poi tornò a guardare Mara, rimasta senza parole.

“Scusami, non dovrei parlarti così, lo so. Ma sono molto tesa, da giorni non vedevo altri che Galwin e ritrovarmi qui davanti a tutti”, e dicendo così alzò la voce rivolgendosi all’intera tavolata, “mi fa sentire un animale da circo… Osservata scrutata guardata come fossi un’estranea…”. La sua voce s’incrinò, e Talesa abbassò lo sguardo.

Mara sorrise. Dopotutto, era la solita ragazza timida e fragile che aveva imparato a conoscere.

“E’ normale che tu ti senta così. Pensa che a giorni potrai lasciare il santuario e conoscere persone e luoghi nuovi…”.

Il volto di Talesa s’illuminò dall’eccitazione. E nei suoi occhi brillò la luce dell’infanzia ormai lontana.

“E’ vero, mi farà bene… Anche se questo viaggio è parte di una missione molto seria che devo compiere”, rispose Talesa, improvvisamente le responsabilità le piombarono di nuovo addosso.

“Ma non sarai sola, ragazza”, le si rivolse il maestro. “Io ti accompagnerò, e verrà anche Mara con noi”.

Sia Talesa sia Mara si girarono stupite verso il maestro: nessuna di loro sapeva che sarebbero state compagne di viaggio e la cosa le turbò entrambe, per diversi motivi.

“Sì, Mara verrà con noi, l’ho deciso all’improvviso…”, riprese Galwin. “E’ giusto che Talesa abbia al suo fianco una donna, potrebbe aver bisogno di un animo femminile con cui confidarsi…”.

Mara e Talesa si scambiarono uno sguardo sfuggente.

“Bene, è deciso!”, esclamò Talesa battendo gioiosamente le mani, reazione forse non troppo sincera ma che riuscì a mitigare l’imbarazzo che aveva colto tutti i presenti. “Partiremo tutti e tre insieme!”

Mara tirò nascostamente un respiro di sollievo, forse le sue impressioni sulla ragazza erano sbagliate. E non avrebbe mai osato neppure sperare di far parte della piccola comitiva in visita niente meno che dall’imperatore! Era un grande onore per lei, e fonte di profondo orgoglio essere presente quando anche Talesa avrebbe conosciuto Ferano.

Era ormai ora di lasciare la sala da pranzo, era già notte scura fuori. Quando tutti i commensali si alzarono per abbandonare la tavola, Galwin si sentì afferrare lievemente a un braccio: era Talesa.

“Perché non mi hai detto che Mara sarebbe venuta con noi?”

“Non ritenevo la cosa di tale importanza…”, rispose sinceramente il maestro.

“Tutto quello che mi riguarda”, la voce di Talesa era fredda come il ghiaccio, quando interruppe con veemenza le parole dell’anziano Custode, “ha una notevole importanza ai miei occhi, perciò la prossima volta vedi di avvertirmi prima”.

Galwin era sconcertato dalle parole di Talesa.

“Cosa ti sta succedendo? Non avresti mai osato parlare così prima…”.

“Prima di bere l’acqua? Prima che mi svegliassi?”, lo interruppe la ragazza. Ma adesso la sua voce era dolce. “Sai, da un certo punto di vista sono cambiata. Percepisco in maniera diversa le persone che ho di fronte. Percepisco la loro paura, come la loro ostilità o la loro benevolenza”. S’interruppe per un attimo, come a riordinare i pensieri che le turbinavano senza sosta nella mente. Non voleva pronunciare altre parole che potessero ferire Galwin o altri: era una cosa che ultimamente le riusciva anche in modo troppo facile. “Mi piace quello che percepisco da te, mi dai fiducia, la stessa fiducia che hai dato a suo tempo alla tua amata Floriana. Non mi piace invece quello che sento provenire dall’animo di Mara. Lei ha paura di me. Mi teme dal più profondo del cuore. Il terrore l’ha pervasa quando ha saputo che mi avrebbe accompagnata. Sono sicura di quello che dico, Galwin, come dell’aria che respiro. Non posso purtroppo capire se la sua paura sia giustificata o meno. Per molti aspetti sono un mistero a me stessa. So di avere una missione, ma non so esattamente quale, e spero che il confronto con l’imperatore possa illuminarmi in tal senso. Ma la presenza di Mara mi turba”.

Galwin ascoltava attentamente la ragazza. Sapeva che molto di quello che aveva detto corrispondeva a verità: Mara aveva paura di lei, anzi la riteneva pericolosa, per sua stessa ammissione di fronte a lui. E lui? La temeva? No, non ne aveva ragione.

“Forse dovresti dimostrarle che sbaglia a nutrire tali sentimenti verso di te…”.

Talesa sorrise. “Da ciò che dici capisco che non avevo avuto un’impressione sbagliata con lei. Se pensi che servirà a qualcosa, le parlerò”.

E la dissuaderai dal partire con noi nonostante il suo volere. Mara ha un grande compito da portare a termine prima che tutta la storia abbia il suo giusto compimento.

Così parlò Floriana nella mente di Talesa, e la ragazza si sentì rassicurata: forse parlare con Mara avrebbe mitigato certe paure che pure lei condivideva.

 

 

 

 

 

 

 

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