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  • : Blog di Sara Cespoli
  • : Luogo non luogo per lasciare impressioni, pensieri, emozioni.Per scambiare progetti, opinioni, sogni. Per immaginare quel mondo fantastico che ognuno si porta nel cuore.Talesa è un libro, ma anche un modo come un altro per farmi conoscere non solo come scrittrice, esordiente e ancora non conosciuta, ma anche come persona. Benvenuti a tutti quelli che passeranno di qui!!!
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COPERTINA LIBRO

 

 

Tradimento!

 

 

Talesa si sentiva rilassata. Non sapeva da quanto tempo era lì in compagnia del drago. Controllava di tanto in tanto la ferita dell’animale e notava che il sangue stava smettendo di sgorgare. Forse Galwin non aveva torto quando diceva che il drago si sarebbe rimesso presto. Chissà che ruolo avrebbe avuto l’animale nella storia e venire. Talesa sentiva una sorta di simbiosi nei suoi confronti. La paura era scomparsa, anzi la sua presenza la rassicurava. Non si sentiva ancora in pericolo perciò non condivideva l’apprensione mostrata dal maestro. In realtà ritrovarsi con Balur per lei era stato come ritrovarsi con un amico: era come se l’avesse già conosciuto prima in un tempo ormai dimenticato. Era strano come stessero riaffiorando dentro la sua mente ricordi dapprima estranei poi sempre più familiari. Come in quel momento…

Floriana correva per un prato verdeggiante: era felice e rideva di cuore. Aveva il fiatone dalle tante corse, e si distese sull’erba calda del pomeriggio. Dimostrava sì e no l’età di Talesa, e il suo sguardo, se lo incrociavi, sembrava guardare verso lontananze infinite. Ma esprimeva gioia. Al suo fianco Galwin la guardava teneramente. I loro occhi s’incontrarono. Galwin si chinò su di lei e la baciò dolcemente sulla fronte. Floriana lo avvicinò a sé e lo baciò con le sue labbra carnose. Nessuno poteva vederli, erano sul prato appartati dietro una siepe di fiordalisi biancheggianti… Si possedettero. Il mondo non esisteva più per loro in quel momento.

Talesa si sfiorò le labbra con un dito. Erano umide e carnose, esattamente come quelle di Floriana. Lo sapeva. Nell’aria sentiva pure aleggiare un leggero odore d’incenso, quell’odore che il maestro aveva sempre addosso e che lo faceva riconoscere a occhi chiusi a distanza, quando stava avvicinandosi. Anche quel profumo le era familiare, adesso in un altro modo. Sorrideva. Doveva essere stata davvero una bella storia d’amore la loro. Si sorprese a pensare se anche lei ne avrebbe avuta una tutta sua così dolce e intensa…

Il respiro di Balur la accompagnava dolcemente nel riposo tanto atteso. Talesa aveva gli occhi socchiusi e si abbandonava tra le spire del drago pensando a ciò che aveva appena provato. A un tratto la sua attenzione fu richiamata verso una flebile luce dalla parte opposta al luogo ove lei e il drago giacevano, all’interno della caverna. La ragazza si alzò come rapita da quella luce: era una polla d’acqua che emanava quel chiarore. Talesa s’inginocchiò sopra la polla fino a toccare la superficie liquida con i suoi capelli dorati, e l’acqua cominciò a farle vedere delle immagini, prima indistinte, poi sempre più comprensibili. C’era un tunnel sinuoso che scorreva, scorreva davanti ai suoi occhi… Non poteva vedere dove portava, ma quella sorta di spirale buia attirava talmente Talesa che chinandosi sempre più vi precipitò dentro. E cadde. Il suo corpo cominciò e rotolare sempre più veloce all’interno di quell’angusta galleria che sembrava non avere fine… L’accelerazione era sempre più intensa e Talesa non poteva fermarsi, non sapeva controllare il suo corpo che precipitava.

Fermati, fermati, imponiti di fermarti, pensalo sempre più intensamente… Pensa alla quercia nel deserto e a come hai fatto a raggiungerla… Usa la forza del tuo pensiero, usa la tua mente…

Talesa si sforzò di ripetere l’esperienza vissuta nel sogno con Floriana. Fece forza su ogni fibra del suo corpo fisico e riuscì dapprima a rallentare poi e quasi fermare il moto precipite verso il nulla. Il suo corpo si bloccò e Talesa rimase come sospesa nell’aria: un’aria buia, dove non si percepiva nulla all’infuori del suono del suo respiro. La ragazza portò le mani davanti al proprio volto e d’un tratto dai palmi chiusi cominciarono a fiorire migliaia di fiori di luna bianchi e lucenti che illuminarono il cunicolo ove lei era sospesa. Sotto di sé, un uomo anziano giaceva morto, un rivolo di sangue che gli usciva dalla bocca chiusa in una smorfia ghignante…

 

Un suono di passi rimbombò all’interno del cunicolo. Talesa si voltò di scatto e si accorse con sorpresa che non si era minimamente spostata dal giaciglio di Balur. Una strana processione di uomini stava penetrando all’interno della caverna.

 

Carayel procedeva a passo svelto al fianco di Galwin e insieme guidavano quel gruppetto di anziani, con Mara in coda, verso l’entrata della caverna. Gli anziani del consiglio erano intimoriti, sapevano cosa giaceva nelle profondità del santuario da ere. Mara, in quanto educatrice primaria, aveva somministrato per molti anni della sua vita la droga alla bestia tendenzialmente iraconda e ne aveva anche asportato il sangue per i riti di iniziazione. Perciò non era stata presa di sorpresa alla rivelazione di Galwin: nutriva solo un po’ di dubbi sul fatto che il drago si sarebbe mostrato mansueto senza dover ricorrere di nuovo a un calmante. Se fosse riuscita a darglielo…

Il gruppo si fermò a pochi passi di distanza dalla ragazza e dall’animale che sembrava addormentato. La ragazza aveva lo sguardo rivolto verso di loro, ma una persona in particolare attirò la sua attenzione. Il drago aprì gli occhi, s’irrigidì improvvisamente e del fumo nero cominciò a fuoriuscire dalle sue nari.

Il cuore della ragazza sembrò fermarsi per un istante: Talesa conobbe la paura. Paura di non poter fronteggiare la situazione: fiutava pericolo nell’aria, un pericolo subdolo… E qualcosa intorno a lei non quadrava… La visione di poco prima, era realtà? E soprattutto, proveniva dal passato, dal presente? O dal futuro? Era accaduto realmente? Nel santuario era discesa la morte? E per mano di chi … Come poteva fidarsi soltanto di una sensazione? Nella sua mente si chiedeva se aveva il diritto di crederci. Ma quell’uomo al fianco di Galwin…

Qualcosa si mosse nel suo animo. La paura lasciò spazio alla risoluzione. Dopotutto doveva dimostrare di essere la Dedicata che tutti aspettavano. E doveva anche dimostrarlo a se stessa. Era il momento di cominciare ad agire seguendo la nuova forza che sentiva in sé. Una sensazione di esultanza che non aveva mai sentito: un qualche potere stava emergendo. Lo doveva assecondare.

Talesa si alzò lentamente dal suo giaciglio e si rivolse al gruppo di visitatori. Un nuovo senso di appartenenza a quel luogo la sostenne, quando pronunciò le sue prime parole.

“Qual è il motivo della vostra venuta?”

Galwin le rispose. “In sede di consiglio abbiamo deciso…”.

“Abbiamo chiesto di vedere con i nostri occhi ciò che è avvenuto recentemente tra queste mura…”, interruppe Carayel. “Tu saresti la Dedicata tanto attesa? Che prove hai per dimostrarlo?”. Lo sguardo del Custode era stranamente sinistro mentre scrutava attentamente la ragazza.

Talesa avvertiva molta ostilità nell’aria. Il drago al suo fianco stava iniziando ad agitarsi.

Balur stai tranquillo, nessuno mi farà del male…

“Maestro, non dovresti cedere all’arroganza di quest’uomo. Non possiamo fidarci di chi ha bisogno di prove su ciò che dovrebbe riguardare la nostra fede più genuina”.

“Sono tempi bui, questi, signora, e non possiamo decidere di agire contro il male senza essere certi di avere in mano armi potenti…”, rispose Carayel, ma il dubbio si stava insinuando nel suo tono di voce, la sicurezza che mostrava era soltanto frutto di una finzione.

“Sei sicuro di non volere tu per primo combattere pur non avendo le armi potenti di cui vai blaterando?”, l’interrogò Talesa.

Non riesce a sostenere il mio sguardo, sembra che stia tremando, e nella sua mente percepisco… il vuoto.

Carayel ebbe un leggero moto di stizza. “Chi sei tu per ipotizzare anche lontanamente il mio pensiero?”

“Credo che davanti a te sia ben visibile una delle più potenti armi che tu abbia mai visto. Questo drago…”.

“Questo drago è troppo rimbambito per poter anche soltanto sputare una scintilla infuocata…”. Si avvertiva dello scherno nella voce del Custode. Il drago si sollevò sui suoi arti anteriori e iniziò a tendersi nella posa caratteristica che denotava il suo imminente attacco, quando una mano di Talesa posta sulla sua groppa squamosa lo fermò in un istante.

“Non offendere ciò che non saresti in grado di controllare. La prossima volta non fermerò l’animale contro di te, Carayel!”, esclamò con voce limpida la giovane donna.

Il Custode stava lentamente portando la mano ad una tasca della sua veste. Nessuno, tranne Talesa, potette avvertire quel movimento ben celato.

“Galwin, maestro… Non dovresti perdere tempo con quest’uomo. Pensi davvero di conoscerlo?”

Galwin la guardò con fare interrogativo. Che cosa era successo a quella ragazza nelle poche ore trascorse da sola con il drago? Da dove proveniva la sicurezza che sentiva nella sua voce?

Ha il vuoto dentro di sé, non sai questo cosa significa? E’ manipolato, non ha coerenza nel suo discorso. E’ un guscio… e dentro di lui c’è il maligno.

La mano di Carayel dentro la tasca era pronta a scattare. E l’attacco era diretto verso Talesa.

“Maestro, Carayel… è morto. Il suo sangue fresco sgorga ancora dalla sua gola in uno dei sotterranei…”.

Tutti gli occhi erano puntati su Talesa. Carayel all’improvviso si avventò contro di lei impugnando un corto e letale pugnale, ma il suo attacco fu vano. Gli occhi della ragazza scavarono dentro la sua mente corrosa dal maligno e la distrussero. La sua mente reagì al pericolo senza che neanche se ne accorgesse. La sua magia intervenne con una naturalezza esasperante. Il pugnale cadde rumorosamente a terra, il corpo dell’uomo s’immobilizzò e si dissolse in una nuvola di cenere nera. Neanche un lamento, o un grido uscirono dalla sua bocca. Semplicemente, la morte arrivò talmente improvvisa da impedirgli qualsiasi reazione. Niente ne rimase, solo un mucchietto di polvere accanto all’arma.

Galwin e gli altri erano esterrefatti. “Come l’hai capito?”

Talesa sorrise. “L’ho visto. Ho visto il vero Carayel giacere morto e appena il falso Carayel è entrato nella caverna ho percepito il male dentro di lui. Era una spia del male, Galwin. Adesso Atamar sa che sono rinata”.

Il mucchietto di polvere conservava ancora tutta la sua essenza negativa. Ciò che era accaduto era molto preoccupante. Gli occhi di Atamar avevano visto quello che Talesa era stata in grado di fare con uno sguardo… Lo stesso sguardo che aveva accecato lui ere ed ere fa. Non erano più al sicuro nel loro nascondiglio nella foresta, ma non sapevano neppure dove andare a rifugiarsi.

“Non credo che Atamar sia ancora in grado di sferrare un attacco su di me personalmente. La sua mente è ancora molto debole, ho sconfitto il suo servo con troppa facilità…”.

Talesa sembrava parlare  tra    e sé, la sua voce era bassissima, quasi un sussurro… Tutti l’ascoltavano: gli anziani, liberati dalla presenza negativa del falso Carayel, erano sgombri da ogni dubbio riguardo alla vera identità della ragazza, e Mara era mossa da compassione per il destino crudele che da lì a poco credeva si sarebbe riversato sulla ragazza che tanto amava.

Galwin era molto teso. “Balur potrà proteggerti degnamente. Ha molta ira repressa contro il male e farebbe di tutto per tenerti lontana da ogni pericolo. Ma adesso più che mai è necessario che tu venga addestrata nell’arte profonda della preveggenza in modo da poterla dominare in ogni occasione… Dovrai imparare a sondare i pensieri del nemico e a schermare i tuoi se non vorrai essere raggiunta dallo spirito del male impreparata… Mara sarà al tuo fianco per questo. E quando sarai abbastanza pronta, e per allora il pericolo sarà davvero incombente su di noi, dovremo cercare di convincere l’imperatore ad agire al nostro fianco. E ciò non sarà per niente facile…”.

Con un sospiro, Galwin invitò i Custodi a lasciare la caverna. Essi si ritirarono immediatamente, troppo confusi e preoccupati per avanzare qualsiasi obiezione o rivolgere qualsiasi domanda. Il maestro fronteggiò per un attimo le due donne, ma non sapeva cosa dire. Guardava Talesa con apprensione, e Balur con profonda ammirazione. Il drago, dal canto suo, era accucciato nel suo angolo, e ringhiava piano, ma non mostrava un comportamento aggressivo. Guardava intensamente Talesa. Era il giusto alleato per la ragazza.

Dopo minuti di esitazione, Galwin proferì soltanto poche parole:

“Coraggio, bambina. Sii pronta”.

La frase echeggiò nella caverna, lasciando dietro di sé una scia di speranza, fievole come la luce opaca delle candele.

 

 

 

  

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